Guida galattica al marketing via Pinterest

Si, lo sappiamo, quando un PR tira fuori l’argomento Pinterest tutti pensano “Oddio, ci risiamo, l’ennesima americanata inutile. Che cosa me ne faccio?”. In realtà, nonostante la resistenza che gli italiani dimostrano nei confronti di questo social creativo (diffidenza dovuta probabilmente a un micidiale mix di pigrizia e difficoltà a comprenderne le potenzialità e le possibili applicazioni) il suo utilizzo professionale ha dato e sta dando risultati davvero positivi, dimostrando che fare web marketing attraverso le immagini è possibile, eccome.

Lo scopo principale di Pinterest è quello di ispirare: ogni utente può creare un profilo, mettere like o pinnare delle immagini organizzandole in board, che possono essere pubbliche o segrete. Immaginatelo come una parete sulla quale sono appese tante lavagne di sughero su cui attaccate le vostre foto preferite, così da averle sempre lì pronte quando vi serve un’idea geniale e non sapete che pesci prendere.

A questo punto la domanda giusta è: perchè mai un’azienda dovrebbe avere un profilo Pinterest? Le ragioni sono diverse: prima di tutto questo social permette un’alta interazione con gli utenti grazie alla funzionalità del repin e grazie alla possibilità di avere contributor esterni che condividano le immagini nelle nostre board; analizzando i follower, poi, è possibile scoprire gusti e interessi del pubblico; l’alta viralità delle immagini, inoltre, ne assicura la diffusione (con positivo riscontro a livello di brand-awareness). Per ultimo ma non meno importante, bisogna ricordare che ogni immagine è legata ad un link, dando quindi la possibilità di creare un collegamento diretto tra questo social e il sito ufficiale dell’azienda (generando traffico preziosissimo!).

Certo, se fosse così semplice tutti avrebbero Pinterest; la realtà è che, rispetto ad altri social più conosciuti, richiede l’utilizzo di un linguaggio non verbale, obbligando aziende ed esperti di comunicazione e Social Media a ragionare per immagini in maniera creativa: bandita l’autoreferenzialità eccessiva, sì ai Promoted Pins e alle immagini di alta qualità etichettate e catalogate in maniere chiara e precisa; infine, assoluta necessità di creare call to action: non bisogna mai dimenticare, infatti, che anche se non ha il dono della parola anche Pinterest è un social e come tale segue la dura (ma necessaria) legge dello “share and participate”. 

Quindi, caro cliente (o caro collega PR), non dimenticarti di Pinterest: è un social “diversamente abile”, ma anche lui può darti grandi soddisfazioni e merita la tua considerazione!

(Non ti ho convinto e continui a non sapere cosa fare dei tuoi canali social? Ci pensiamo noi!)

Handmade with love by Silvia

(Digital PR & Social Media Manager)