I social ormai sono diventati parte integrante della nostra vita quotidiana e rappresentano una delle più poliedriche (e a volte fasulle) immagini che diamo agli altri di noi stessi. La grande novità, però, arriva come sempre dagli Stati Uniti: dopo aver vissuto in prima persona l’effetto boomrang dei social (è stato licenziato dopo soli due giorni di lavoro dallo staff di Jeff Bush, ex governatore della Florida, a causa di vecchi tweet sessisti e omofobi) Ethan Czehor ha deciso di aiutare chi si trovava nella sua stessa situazione, dando vita all’App Clear, al momento disponibile in fase sperimentale per iPad e iPhone.
L’obbiettivo finale è quello di individuare ed eliminare i contenuti che in passato abbiamo pubblicato sui canali social, attraverso una ricerca per parole chiave che trova riferimenti a minoranze etniche, orientamento sessuale, linguaggio inappropriato.
La domanda è: è corretto dare questa possibilità agli utenti? Se sono ormai moltissime le aziende che controllano i profili social dei possibili candidati, è giusto permettere a tutti di eliminare ciò che una volta invece avevano avuto il coraggio di pubblicare sul web? Il nostro parere, essendo noi una web agency e occupandoci anche della gestione dei canali social per i nostri clienti, è certamente si: da un punto di vista di business e professionale, le persone e le aziende crescono e si evolvono, cambiando assetti, opinioni e strategie. Una cosa scritta con leggerezza, una foto pubblicata senza pensarci, possono diventare una pericolosa arma a doppio taglio: immaginate se ogni cosa sbagliata detta o fatta in passato vi venga ricordata, sempre, magari a 30 anni di distanza. Potete dirvi ancora responsabili per quel fatto? Lo stesso discorso vale per i social network. La persona adulta e matura, che ha studiato, è cresciuta, ha fatto molte esperienze e ha cambiato la sua visione del mondo non dovrebbe essere penalizzata per quello che la sua versione giovane e stupida ha detto (o meglio scritto) tempo prima.
Inoltre, come ci insegna l’esperienza del fondatore di Clear, il computer più intelligente del mondo non è in grado di cogliere il contesto all’interno del quale è inserita la frase: perché rischiare di perdere un’opportunità lavorativa solo perché la tecnologia non è ancora intelligente come l’uomo?
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