Internet ovunque, anche nelle aree più remote e povere della Terra? Ecco il progetto firmato Zuckerberg.

Questo è quello che si vocifera, questo è quello che si teme: il progetto Internet.org nasce grazie al volere di Mark Zuckerberg, uno dei fondatori di Facebook, il social network più conosciuto e utilizzato al mondo, con l’obbiettivo di realizzare una piattaforma gratuita per tutti gli sviluppatori che vorranno dare vita ad applicazioni e servizi base accessibili con una connessione lenta. Internet.org sarà accessibile tramite smartphone ed è stata pensata per permettere l’accesso al web anche in zone rurali e povere ai siti più semplici, per gli annunci di lavoro, servizi sanitari e simili.

Le critiche legate al progetto arrivano principalmente da alcune realtà aziendali (nello specifico e-commerce che vedono diminuire notevolmente il loro potere di negoziazione) e da attivisti “pro net-neutrality”, che lamentano la possibilità di accedere solo ad alcuni siti, senza la possibilità di una navigazione completamente libera.

“Accesso significa opportunità e la net neutrality non dovrebbe impedire l’accesso”. Ha risposto Zuckerberg alle accuse.“Abbiamo bisogno di entrambi, non è un internet equo se la maggior parte della gente non può collegarsi: l’alternativa è impedire alle persone meno abbienti, o localizzate in aree non raggiunte dalla connessione veloce, di non avere accesso neanche ai servizi essenziali. In alcune aree la net neutrality deve ancora essere conquistata, perchè ci sono degli impedimenti tecnici che creano un problema a monte.”

La domanda è: sicuri che le accuse, e soprattutto gli accusatori, siano imparziali? Intendo, se chi critica lo fa per sostenere un ideale, puramente teorico e non realizzabile (quantomeno al momento) non pecca forse di ingenuità? E chi invece fa parte della fetta di aziende preoccupate per la competizione gratuita che Internet.org creerà in queste aree del pianeta, è altrettanto preoccupato di offrire un servizio creato su misura per le necessità e le (poche) possibilità di chi non riesce ad accedere alla “rete di prima qualità”?

Chi è abituato a lavorare con Internet, come noi nella nostra web agency,  spesso dimentica che non tutti hanno le possibilità reali di accedere a quella tanto decantata Rete Libera; se mancano i mezzi primari anche la più democratica delle forme d’informazione diventa inaccessibile: ed è come avere l’agenda ma dimenticare a casa la penna.

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