Nei giorni scorsi l’Unione Europea è intervenuta sul delicato tema del diritto all’oblio con un nuovo regolamento sulla privacy. Che portata ha questa notizia?

Diritto all’oblio: la condanna di Google

Già due anni fa la Corte di Giustizia europea aveva imposto a Google il rispetto del diritto all’oblio eppure fino ad oggi non sempre gli strumenti a tutela della privacy e a favore della cancellazione del motore di ricerca messi in atto dal colosso di Mountain View sono stati all’altezza delle direttive. Nello specifico la sentenza, dopo ricorso di un cittadino spagnolo, imponeva l’obbligo di inibire l’ indicizzazione sul motore di ricerca di contenuti pregiudizievoli per la persona. I giudici riconobbero che Google non era responsabile dei contenuti ma che agiva semplicemente come società raccoglitrice di informazioni ma le impose comunque l’attuazione di strumenti per cancellare alcuni risultati potenzialmente lesivi dai motori di ricerca. Eppure, secondo un’indagine del New York Times, Google non è uscito indebolito da quella sentenza. Al contrario si è trasformato in un tribunale di fatto, chiamato a giudicare autonomamente le richieste di cancellazione dalla Rete.

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Diritto all’oblio: cosa cambia con il nuovo regolamento

Con il nuovo regolamento sulla privacy, il diritto all’oblio è stato finalmente riconosciuto per legge. Che fosse necessario aggiornare la direttiva del 1995 appare evidente considerando quanto internet negli ultimi anni sia diventato parte integrante della nostra vita e della nostra credibilità. Ma c’è anche un’altra novità importante, sempre attinente al diritto all’oblio: la portabilità dei dati e la profilazione. In altre parole gli utenti iscritti ad un sito o ad un servizio online, possono chiedere la restituzione dei propri dati personali, per passarli da un’azienda o da un servizio ad un altro (l’ipotesi non è limitata ai social network, ma vale più in generale per tutti i fornitori di servizi internet, come ad esempio lo streaming online ecc.).

Reputazione online: tutti gli strumenti per difenderla

Essere online è importante per la visibilità della propria attività è fondamentale ma conta soprattutto come si appare nei motori di ricerca. Essere i primi non basta, bisogna anche essere i migliori. Per questo affidarsi ad una web agency competente è opportuno sotto due diverse prospettive: per il posizionamento strategico ma anche per essere sicuri di sfruttare tutti gli strumenti per non essere online quando questo può ledere alla propria immagine (pensiamo ad esempio alle recensioni negative infondate o al cambio di gestione di un’attività di cui si mantiene il nome).